Pensieri da Barcellona: quando fuori piove.

QUANDO FUORI PIOVE

Forse complice il mal tempo, il freddo e la pioggia ma mi sono dovuta dare una bella calmata. Vivere da turista tutti i giorni, senza mai fermarsi, non è possibile e non è ciò che voglio.
Se mi sono regalata un intero mese a Barcellona è anche, e soprattutto, per viverla come se vivessi davvero qui, come se fossi una sua abitante.

E come posso essere una sua abitante se non mi fermo un attimo?

Riuscire ad entrare nell’ottica del prendere dei bei respiri e fare delle pause, magari restando a casa per scrivere al computer o solo per leggere un libro, non è stato facile.

La fase dell’entusiasmo totale e la irrefrenabile euforia di uscire e passeggiare era (ed è ancora) infinita.
Ma mi sono dovuta fermare e mi è piaciuto. In parte.




Oggi pomeriggio sono uscita per due orette sotto un diluvio non indifferente. E mi è piaciuto. Tanto.
Mi è piaciuto essere parte integrante, nel mio piccolo, di questo incessante via vai.
Mi è piaciuto sedermi a bere un cappuccino caldo e fermarmi in qualche negozio.
Come un pomeriggio qualunque. Come se nessuno mi rincorresse.

Non avere fretta di vedere vedere e fare fare in una città che non è la mia. Questo è vivere davvero una città, secondo me. Non avere il tempo contato. Fare con calma. Se voglio uscire esco, altrimenti non fa niente.

Io purtroppo, in parte, il tempo contato ce l’ho. Ed è strano pensare quante cose voglio ancora vedere. Mi sembra di non aver visto niente.
Mi prende un’ansia pazzesca a sapere che tra qualche settimana tornerò a Firenze. Ma è anche bello pensare che posso concedermi un pomeriggio in assoluto relax qui, a Barcellona.




So che questi momenti sono irripetibili. E un po’ questo pensiero mi angoscia.

Stare qui è ciò di cui ho bisogno. E questa è una certezza.

Barcellona è la mia miniera di felicità, come dico sempre. Offre tanti scenari diversi.
La spiaggia, il verde dei suoi parchi, i tanti quartieri uno diverso dall’altro ma con un’unica anima. C’è il Born così bohemienne, il Gotico così turistico, il Gracia così catalano, la zona elegante e signorile dell’Eixample, le bellezze del Montijiuc e la spensieratezza della Barceloneta. No, c’è ancora molto altro.
C’è la schiettezza del Raval e del Poble Sec. E poi? Poi lo devo ancora scoprire, il poi è lì che mi aspetta. Domani. E dopodomani ancora.

Grazie Barcellona, perché mi fai sentire a casa.


E grazie a Erika e Riccardo (e Lily) perché se sto così bene è anche merito loro.

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