#17 Self Drive in Namibia: itinerario, informazioni e consigli.

Avete mai pensato di fare un self drive in Namibia?
Che cosa significa fare un self drive in Namibia? Significa fare un viaggio a bordo di un pick up senza guida, quindi contando unicamente sulle proprie risorse e sul proprio spirito di avventura. Un viaggio alla scoperta di un Paese contraddistinto da spazi aperti ed incontaminati, come il deserto di Namib, animali allo stato brado, l’incredibile Parco Etosha ed una densità di popolazione incredibilmente bassa.
Nell’intervista di oggi Raffaella del blog Raf Around The World ci parla del suo incredibile viaggio di 20 giorni in Namibia, raccontandoci come organizzare un self drive in Namibia, quale itinerario seguire e le emozioni che ha provato tra spazi infiniti, notti in tenda e panorami pazzeschi! 

viaggio Namibia


1) Ciao Raffaella, ci racconti com’è nata l’idea di un self drive in Namibia?
L’idea di questo viaggio nasce da una duplice passione mia e di mio marito per la natura e gli animali. Dopo aver girato il sud est asiatico e un po' di Sud America, abbiamo deciso di ampliare i nostri orizzonti e provare un viaggio diverso, il primo in Africa. Abbiamo scelto la Namibia. Ad onor del vero, è stato mio marito a proporre questa destinazione, io non l'avevo presa in considerazione perché mi sembrava uno di quei viaggi bellissimi ma difficili da realizzare. E invece, eccoci qui a raccontare il nostro self drive in Namibia di 20 giorni (19 notti): 5000 km percorsi a bordo di un pick up, 10 notti spese in lodge, 9 in campeggio e un migliaio di animali avvistati dentro e fuori i parchi.

2) Quali sono i passaggi fondamentali per organizzare un viaggio in Namibia?
L'organizzazione di un viaggio in Namibia richiede uno studio preventivo abbastanza attento. Io ho cercato sul web moltissime informazioni: nei siti istituzionali, nei portali di racconti di viaggio e nelle pagine dei tour operator. Una volta avute ben chiare le mete più interessanti, i costi di massima e le modalità di viaggio ho cercato di creare la combinazione che facesse al caso mio. Normalmente organizzo i miei viaggi in maniera indipendente, ma per questo viaggio ho fatto un'eccezione: ho comprato da sola il volo e mi sono rivolta ad un'agenzia locale per prenotare il fuoristrada e i pernottamenti. L'ho fatto perché mi sono resa conto che i prezzi che l'agenzia mi proponeva erano uguali (a volta anche inferiori) a quelli che mi proponevano le singole strutture. Quindi ho pensato che sarebbe stato più facile avere un unico interlocutore responsabile di tutte le prenotazioni che mi potesse anche consigliare su alcune scelte.

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3) Puoi darci qualche consiglio per non arrivare impreparati ad un self drive in Namibia?
Confesso che, nonostante avessi studiato molto, il primo impatto con la Namibia ha spiazzato anche me. Gli spazi sono immensi, puoi guidare per ore senza incontrare anima viva (fatta eccezione per gli animali) né una casa. Le strade asfaltate sono pochissime: su circa 5000 chilometri percorsi, solo 1500 sono stati su strade asfaltate. Ci sono pochissimi villaggi e città, per cui tutto si sviluppa attorno ai lodge o ai campeggi. Devi essere preparato ad un viaggio unico nel suo genere. Non puoi pensare di visitare la Namibia come si visita la Thailandia o il Perù.

4) Qual è stato il tuo itinerario e quali sono state le tappe che ti hanno emozionato di più?
Ho seguito un itinerario circolare partendo da Windohek e andando prima a nord verso l'Etosha, poi a ovest verso Swakopmund. Siamo quindi arrivati a sud nel Fish River Canyon da dove siamo risaliti per chiudere il giro, fermandoci nel deserto del Kalahari. La tappa che mi ha emozionato di più è stato senza dubbio il Parco Etosha dove abbiamo passato ben 4 giorni di avventura tra avvistamenti di animali, fotografie e panorami pazzeschi. Ho anche vissuto un'esperienza incredibile dormendo in un campeggio praticamente deserto ai piedi dello Spitzkoppe, la montagna più alta della Namibia. Ho adorato esplorare le dune del Deserto del Namib.

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5) Ci sono state tappe, invece, che ti hanno deluso e che non consigli?
Sicuramente ci sono state tappe meno interessanti, come Aus o la Quiver Tree Forest, ma si è trattato sempre di tappe obbligate. In Namibia infatti non si può guidare di notte, sarebbe molto pericoloso a causa dei tanti animali liberi, quindi non si può percorrere lunghe distanze e ci si deve fermare in tappe intermedie. Non posso però dire di essere mai rimasta delusa da una tappa: a modo loro, sono sempre dei luoghi interessanti e lontani anni luce dalla nostra realtà.

6) Qual è, secondo te, il periodo migliore per fare un viaggio in Namibia?
Le guide di viaggio consigliano sempre di visitare la Namibia nella stagione secca, da marzo a novembre. In questo modo, soprattutto per il Parco Etosha, sarà più facile avvistare gli animali che si radunano attorno alle pozze d'acqua. Io ci sono stata tra le fine di novembre e gli inizi di dicembre, ovvero agli inizi della stagione delle piogge. Praticamente ho trovato solo 2 acquazzoni pomeridiani e sono riuscita a vedere tantissimi animali. Trattandosi di relativamente bassa stagione sono riuscita anche a contenere un po' i costi.

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7) Durante il tuo viaggio so che hai anche pernottato in un campeggio. A chi consigli questo tipo di esperienza? Ci consigli qualche struttura?
Pur non avendo l'anima (e l'esperienza!) da campeggiatore, ho scelto di passare alcune notti in campeggio per un duplice motivo. Dal un lato per contenere i costi dei pernottamenti, come potrete facilmente constatare gli hotel in Namibia sono piuttosto cari. Dall'altro ci sono dei luoghi molto belli come lo Spitzkoppe o il Deserto dl Namib dove se vuoi prenotare all'interno del Parco non hai altra scelta che il campeggio. 
Vi confesso però che sono rimasta stupita dalle strutture che ho provato: piazzole private molto grandi, attrezzate con barbecue e bagni privati. Ho adorato il campeggio nella Okonjima Nature Reserve, un centro per la protezione dei ghepardi. Ci sono 3 o 4 piazzole, distanti circa un chilometro l'una dall'altra, per cui ti senti davvero solo in mezzo alla natura. Ogni piazzola, oltre alla cucina e ai servizi privati, ha un sentiero che sale la collina e porta ad un punto panoramico dal quale ammirare in esclusiva l'alba o il tramonto. Non ti riesco davvero a spiegare cosa ho provato in quel campeggio!

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8) La Namibia non è un paese particolarmente economico. Hai qualche accorgimento per risparmiare durante il viaggio?
In effetti il viaggio in Namibia, nonostante gli sforzi fatti per contenere i costi, è stato il viaggio più caro che io abbia mai fatto. Come ho già detto, spendere alcune o tutte le notti in campeggio aiuta a diminuire di molto la spesa, essendoci una grande differenza di prezzo tra lodge e campeggio. Inoltre, il fatto di noleggiare un pick up con un piccolo frigorifero (pagando un modesto extra) permetterà di risparmiare anche sui pasti. In ogni stazione di rifornimento è presente un supermercato e una rosticceria con cibo take away per cui io spesso ho risolto così la questione dei pasti. 

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9) Che cosa non deve mancare nella valigia di chi sta per fare un on the road in Namibia?
Non ho dubbi al riguardo: una bella scorta di sacchi neri giganti per l'immondizia. Con questi sacchi dovrete proteggere i vostri bagagli e tutto quello che avrete nel retro del pick up. In Namibia la polvere entra davvero dappertutto! Oltre a questo, direi assolutamente una o più macchine fotografiche da tenere sempre a portata di mano, anche quando guidate. Gli animali ai bordi della strada sono davvero tantissimi.

10) Quali sono i piatti tipici della Namibia? 
Se consideriamo che la Namibia ha subito una dominazione tedesca e che il suo territorio è molto arido, non ci possiamo aspettare una cucina ricca. I piatti tipici della Namibia sono rappresentati da carne (degli animali più curiosi quali kudu, struzzo, antilope, coccodrillo) e da un contorno di patate. Molto diffusi anche pane e dolci tedeschi.

11) Quali sono state le sensazioni che ti ha lasciato la Namibia?
La Namibia mi ha dato modo di riflettere molto sullo spazio in cui viviamo e sull'azione dell'uomo nei confronti della flora e della fauna. La Namibia ha una delle concentrazioni di abitanti per chilometro quadrato più bassa al mondo. Per questo gli spazi naturali sono immensi e l'azione dell'uomo è davvero minima. Mi sono emozionata quando su una strada normale (non all'interno del Parco Etosha) delle giraffe hanno deciso di attraversare proprio davanti a noi e ho perso il conto di quanti struzzi o facoceri abbiamo incontrato a bordo strada. La Namibia mi ha fatto sentire libera e minuscola al tempo stesso.

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12) A chi consigli questo viaggio e a chi invece lo sconsigli?
Sconsiglio la Namibia a chi è alla ricerca di un viaggio zaino in spalla, in questo Paese è impossibile girare come si fa in Sud America o nel Sudest Asiatico: i trasporti pubblici sono a dir poco limitati se non inesistenti, i posti per dormire non si cercano all'ultimo momento ma richiedono prenotazioni fatte con mesi di anticipo. 
Consiglio questo viaggio a chi ama gli animali e la natura ed è disposto a rinunciare a qualche comodità pur di godere di panorami incontaminati e vivere esperienze uniche: dormire in tenda ed essere svegliati dal ruggito di un leone non ha prezzo!

13) Tre parole per descrivere la Namibia.
Selvaggia: in certi momenti mi sono chiesta dove fossi finita. Le rocce delle montagne, la sabbia del deserto, la vegetazione, tutto mi ha fatto sentire lontana anni luce dalla mia vita di ogni giorno.
Incredibile: nonostante avessi studiato molto prima della partenza, tutto quello che ho vissuto è andato oltra ogni aspettativa.
Indimenticabile: difficile trovare un altro posto che ti faccia provare la stessa sensazione di solitudine e libertà con i suoi spazi vuoti, le strade infinite e l'assenza di vita umana. Se vi viene in mente un posto così fatemelo sapere che ci voglio andare!

Grazie mille Raffaella per le informazioni preziose che hai condiviso. Confesso che il tuo racconto di viaggio mi ha fatto emozionare!
E a voi è piaciuto?
Quali sensazioni pensate potrebbe suscitarvi un viaggio del genere?

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