Barcellona, che cosa mi manchi a fare

Io della mia vita a Barcellona ricordo tutto. Eppure ho sempre la sensazione mi sfugga qualcosa. 
I ricordi mi riempiono la mente come una mitraglietta. Senza preavviso. Si succedono uno dietro l’altro in ordine sparso, alla rinfusa, come una mandria impazzita che non vede l’ora di travolgermi. 
Come una cascata. 



Il mio arrivo in una grigia giornata di febbraio, il lento abituarmi al nuovo quartiere, i caffè di lavoro con Kristel, le passeggiate sul mare, le risate in spagnolo, le prime cene senza capire niente, l’orchata con Chiara e Miguel in quel pomeriggio d’estate, il primo bagno della stagione a maggio, Montserrat, il primo lavoro spagnolo e il relativo sbattimento con i documenti, il mio compleanno in Costa Brava, le grigliate con gli amici, quel sabato pomeriggio persa nel Born, e pure quel lunedì e martedì, il sole d'estate che alle 10 di sera splendeva in alto del cielo, il sushi a mezzanotte, le infinite passeggiate ad ogni ora del giorno, le chiacchiere  con Stephy su ogni argomento possibile, la libreria italiana dove mi sono sentita a casa, quella notte in cui io e Stephy abbiamo percorso 13 chilometri a piedi per far vedere Barcellona alla nostra nuova coinquilina, preparare le arepas, la carbonara, i ritorni dall’Italia con il parmigiano e le tisane, il taxi delle 5 del mattino, la sensazione di essere nel posto giusto, l’arrivo della primavera e poi dell’estate, le confidenze con Chiara, la voglia di rimanere un altro po’ e rimanerci, l’amore infinito per Poble Nou e per Enric de Granados e le fantasie sul vivere lì, le partite a beach volley improvvisate, quella stradina stretta stretta piena di negozi strambi vicino Passeig de Gracia, la mia despedida che se ci ripenso piango adesso, quel mitico maggio 2016 che mi cambiò la vita.

Barcellona mi manca. Mi manca la sua atmosfera sempre in movimento ma in grado di calmarmi in poche ore. Mi mancano i giri in bicicletta che mi portavano sempre al mare, la sensazione di voler sempre stare all’aria aperta, la facilità incredibile con cui ci si può rapportare con chiunque (specialmente se expat). 
Quella sensazione di essere in costante sfida con me stessa, di imparare qualcosa di nuovo ogni santo giorno, di mettermi alla prova in tutto. 
Quella sensazione di movimento, fermento. 

Provo un senso di nostalgia indefinita, eppure oggi non tornerei indietro. Non ho quella determinazione che mi animava due anni fa per rimettere tutto in discussione per la quarta volta. Non ho l’energia o forse semplicemente non ho la motivazione giusta. 


Ma allora Barcellona, che cosa mi manchi a fare?


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