Marzo & i suoi pensieri (in quarantena).

Un raccoglitore di pensieri durante uno dei mesi più strani della mia, nostra, vita. Ma anche un appuntamento da coltivare mensilmente. 
In questo marzo, l’articolo di apertura della rubrica “& i suoi pensieri” ha avuto la forma quasi di un diario; ma so che non sarà sempre così. 

Un mese magari parleremo di un film, un altro mese magari di un viaggio, il prossimo in un incontro inaspettato. Non lo so ancora, e questo mi piace.

Questo spazio avrà la forma di una newsletter senza l’obbligo di iscriversi, ma solo la libertà di entrare in questo piccolo mondo, il mio blog.

Sali a bordo e vediamo questo appuntamento mensile dove ci porta. 
L’unica regola? Leggere, riflettere (se possibile) e partecipare.

acquerelli una penna in viaggio


I miei esercizi con gli acquerelli


Giovedì 12 marzo 2020

Questa mattina mi sono svegliata alla solita ora e la prima cosa che ho notato, quando ancora ero avvolticciolata tra le coperte del piumone, è stato il silenzio che inondava la stanza. 
Un silenzio irreale, fortissimo.
Vivo in una casa affacciata su una via molto commerciale. 
La strada brulica ad ogni ora del giorno di persone. 
Sono le voci del vicinato, le urla, le saracinesche che si aprono e si chiudono velocemente, le macchine che passano, i saluti a fine serata; è il sottofondo onnipresente delle mie giornate. 
I miei vicini sono rumorosi, anche di notte. Le loro voci mi svegliano la mattina prestissimo, talvolta alle quattro, e poi di nuovo alle sette. Sono puntualissimi. Ogni giorno.
Oggi invece non si sentiva nessuno. Quel rumore di sottofondo non c’era. 

Una certezza in meno che mi ha fatto, come prima cosa, affacciare alla finestra. Ho realizzato immediatamente che (fortunatamente) era avvenuto un cambiamento. Le persone hanno capito.

Il cielo plumbeo mi ha accompagnato per l’intera giornata. Io che lavoro da remoto ormai da anni non ho particolari sconvolgimenti nella mia routine professionale. Dopo colazione, mi siedo alla mia scrivania, accendo il computer e comincio a lavorare. E così è stato anche oggi.

Ma ciò che mi atterrisce e mi schiaccia completamente di questa situazione non è, a dispetto di molti che ne soffrono tantissimo, la quarantena in casa. Quella per me è una situazione fisica accettabile. 
Voglio dire, c’è di peggio che essere obbligati a stare in casa, no?
 Siamo nel nostro ambiente domestico, al sicuro. Possiamo farcela. Ciò che invece mi manda in confusione è il non sapere quando questa situazione avrà termine, quando potrò tornare a fare le mie camminate, ad abbracciare i miei cari, ma soprattutto tornerò a viaggiare. È non sapere quando tornerò ad avere quella libertà, così scontata per tutti, di muovermi per scoprire un Paese nuovo, vicino o lontano che sia.

Ho capito ancora più chiaramente che la mia benzina, il mio fuoco interiore, è la possibilità di scoprire, di andare dove non sono mai stata, di vedere luoghi sognati a lungo. 
Di tornare in posti che amo chiamare “la mia seconda casa”. 

L’incertezza di non sapere quando potrò andare a casa dei miei genitori, al negozio di fiori all’angolo, in Vietnam, a Lanzarote, quando potrò tornare nella mia amata Barcellona, mi schiaccia completamente.

Foto dal balcone 

Sabato 14 marzo 2020

Quel tosaerba in lontananza, in questa giornata di sole improvviso, e penso subito alla casa della nonna al mare, quando l’estate era piena e le pesche sulla tavola. Quando giocavamo a carte tornati dalla spiaggia, con i granelli di sabbia ancora tra i piedi. Una partita al volo prima di cena, dai. 
Va bene, ma veloce.
Normalità, quanto mi manchi. 
Normalità, quando tornerai?


Domenica 15 marzo 2020

Certe volte me ne dimentico. Mi avvolge la spensieratezza di sempre, un film di Carlo Verdone mi fa ridere. 
E poi, come una palla da bowling sulla testa, torna quella patina di lieve amarezza, di tristezza, di incertezza.
La verità è questi due ultimi giorni sono volati. 
Le cose da fare sono state tantissime, e non ho neppure lavorato questo weekend. 
Ho riso, mi sono sentita anche leggera. 

È un’altalena questa quarantena.

Videochiamate :)

Martedì 17 marzo 2020

È la seconda volta in un giorno che un’ape cerca di entrare in casa.
Caspita, è davvero arrivata la primavera!

Oggi ho chiesto al mio fidanzato quali saranno le prime tre cose che farà appena tutto questo sarà finito.

Mentre ci pensava, gli ho detto la mia mini lista:

  1. Pranzare da Sushi Aurora, il nostro ristorantino giapponese super spartano dove amiamo tanto andare nel weekend. 
Penso a come se la staranno passando i proprietari, che tra l’altro abitano vicino casa mia. Non li vedo da un po’.

  1. Prenotare un super viaggio, possibilmente nel Sud-est asiatico, dove la vita sembra così più spensierata e colorata.

  1. Programmare un viaggio da sola, magari in Italia o un una capitale europea che mi piace. Riscoprire il piacere di esplorare da sola. Un po’ mi manca quella sensazione.

Inutile dire che la prima cosa più importante sarà riabbracciare i nostri cari, i nostri amici. 
Poter fare una passeggiata senza mascherina, senza tenere il fiato sospeso ad ogni angolo. Riappropriarsi delle piccole cose, che alla fine sono le più importanti per davvero.

Sembra passata una vita.

Libro in lettura

Giovedì 26 marzo 2020

Sono passati quasi 10 giorni da quando ero su questa pagina al computer. 
Ho notato che questa settimana la mia produttività è calata drasticamente. 
Da un giorno all’altro non avevo più voglia di fare niente: non avevo più voglia di lavorare, di scrivere, di cucinare, seguire corsi online, di fare esercizio né di dipingere. 
Per una congiunzione astrale riesco a dormire un po’ di più, o meglio, riesco ad addormentarmi dopo che i vicini di casa mi svegliano alle 6.50. 
Questo poter dormire in santa pace ha fatto sì che “mollassi” gli ormeggi e mi rilassassi un po’. 
Forse è per questo che mi sono lasciata andare e mi sono riposata, senza nessun senso di colpa tra l’altro. Riesco a fare anche brevi riposini pomeridiani: miracolo!

Soltanto ieri mi sono rimessa un pochino in pista: ho dipinto con i miei amati acquerelli e ho ripreso un articolo fermo da un bel po’ per un cliente.

Tornare a dipingere

Ho inoltre finito un libro che inizialmente ho faticato un pochino a portare avanti, mentre mi ha sorpreso sul finale lasciandomi tante sensazioni positive.

Si tratta di Orme di Robyn Davidson ed è la storia vera di una ragazza che decide di attraversare da sola il deserto australiano. 

Orme di Robyn Davidson

Ad accompagnarla in questa impresa sono quattro cammelli e la sua cagnolina.
Ho amato il fatto che il libro non cominci da quando lei inizia letteralmente il suo viaggio, ma dalla sua preparazione, difficoltà e peripezie comprese. Pensate che la Davidson fa il suo primo vero passo verso il deserto soltanto dopo 100 pagine di lettura, ovvero dopo 2 anni. 

Questo mi ha fatto pensare che un’impresa, qualsiasi essa sia, vale la pena di essere raccontata fin dal suo primordiale inizio. 
Il lato che ho amato un po’ meno del libro è che, comprensibilmente, rimane sempre sullo stesso registro. 

La curiosità dell’autrice e le sue riflessioni meritano sicuramente, le sensazioni finali mi hanno fatto davvero bene.

In questi ultimi due giorni mi sento più positiva. 
Secondo me, è tutto merito del sonno riacquistato.

Domenica 29 marzo

Sono riuscita a farmi una piccola corazza contro le brutte notizie e il pessimismo dilagante. Penso alle cose positive. Tutte.

Penso che le persone a cui voglio bene stanno bene, che io sto bene. Penso che ho una casa accogliente dove trascorrere questo periodo. Penso che posso mangiare. Che ho qualcuno accanto che mi vuole bene. Penso al lusso di manipolare il tempo a mio piacimento. Alla musica, ai film, al tempo libero. 

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