Barcellona mia, sono tornata

 Esiste un filo sottile tra il desiderio di qualcosa e la voglia di ottenere qualcosa che si desidera. Spesso siamo condizionati dalla realtà in cui viviamo per poter raggiungere ciò che desideriamo davvero e molto spesso siamo condizionati anche dalle persone che ci circondano. Non sempre è facile pensare a ciò che può essere giusto per noi e non sempre abbiamo il coraggio di fare tutto il necessario per ottenerlo.


Vivere a Barcellona una penna in viaggio


Prendere la decisione di un trasferimento in un altro Paese può derivare da un malessere che si prova nella situazione presente che si sta vivendo oppure dalla voglia di un cambiamento. La voglia di scoprire, di mettersi alla prova e di desiderare nuovi stimoli nella nostra vita.


Che io abbia sempre desiderato vivere a Barcellona è ormai noto. Ma prima di compiere questo passo sono trascorsi ben cinque anni dall’ultima volta che ho vissuto qui.


Potete leggere, se vi va, le piccole avventure di vita all’estero nella sezione Barcellona del blog. Sono articoli ingenui, a rileggerli ora, ma davvero sinceri e pieni di vita.


Il preambolo che ho fatto, esageratamente lungo, lo ammetto, mi serve soltanto per dirvi che sono tornata a vivere nella città in cui mi sento davvero bene. 

Barcellona mia, sono tornata.



Carlotta, allaccia le cinture


Sono partita in una mattina di fine maggio con una voglia di “nuovo inizio” e un pizzico di rivincita che è difficile spiegare a parole. Ero fisicamente esausta e mentalmente delusa e poter mettere nuovamente piede nella città del mio cuore mi ha dato una spinta e una determinazione incontenibili. 


Alle mie spalle due anni faticosissimi, davanti a me una giornata di sole, di colori caldi e nuovi sorrisi. 

Che cos’è questa sensazione così familiare? Che cos’è questa luce che ricordavo così bene? Queste palme che svolazzano libere? Questi ricordi che veleggiano come il mio sguardo sul nuovo.


Ho poche aspettative. Ho soltanto voglia di vivere tutto questo presente.


Vivere a Barcellona una penna in viaggio

Casa Vicens Barcellona


Il mercato immobiliare e la burocrazia


Il mese di giugno è stato un insieme di difficoltà legate alla burocrazia, giornate piene di luce e voglia di non mollare. Ho tirato fuori una determinazione e una voglia di farcela a tutti i costi che non pensavo di avere. Sono crollata, ho pianto e poi ho ricominciato. Con mani amiche che mi sostenevano con forza e amore. Ma non ho mai mollato. Come avrei potuto, adesso?


Ho corso tra un ufficio e l’altro, sulla metro rossa tra la folla di lavoratori stanchi e a piedi tra turisti sudati e impazienti. Non dimenticherò quelle giornate frenetiche, ma così ricche. La cena nel gotico con Chiara, razionale e amorevole, e Valerio, scanzonato e mago di Photoshop. Amici, scusateci per le giravolte emotive a cui vi abbiamo sottoposto. Non dimenticheremo mai la vostra gentilezza, le vostre cure e la vostra pazienza.


Quando ho trovato casa era metà giugno e la voglia di stabilità e di creare una nuova routine aveva ormai preso il sopravvento.


Quanto desideravo tutto questo, pensavo. Da quanto lo immaginavo, sognavo.

E adesso viverlo davvero era come una realtà che schiacciava ogni aspettativa. Soltanto una volta sistemata, mi sono concessa quel tempo utile per capire dove fossi arrivata. E dopo tanto, tirare il fiato.


Mercato immobiliare Barcellona



Un’ondata di problemi e un nuovo lavoro


A fine mese sono stata travolta da un’ondata di problemi e intoppi di salute.  Uno dietro l’altro, senza sosta. Mi sembrava di vivere in apnea. Sentivo un peso enorme sul corpo e non vedevo l’ora di scuotermi, o almeno metabolizzare tutto. 


E poi, Mia nonna è volata via. E tutto si è fatto piccolo e poi grande e poi di nuovo piccolo. Volevo soltanto tornare a casa.


Sto ascoltando una canzone mi ha appena consigliato Spotify e secondo me è super adatta: Stuck on you/ aprile june, yot club.


I bagni al tramonto, la luna rosa 


Ciò che più mi ripetevo era “lascia passare il tempo e troverai un nuovo equilibrio”. E nel frattempo ci sono stati bagni estivi al tramonto profumati di rosa, il guardare il mare e scorgere quell’equilibrio tanto agognato, il bus alle dieci di sera, i treni del weekend, il nuovo supermercato sotto casa e piano piano lasciarsi andare al bello che poteva esserci e che sarebbe arrivato.


Vivere a Barcellona una penna in viaggio



L’Italia e un nuovo equilibrio


Il fiato l’ho tirato tornando a casa in agosto. Ho fatto il punto della situazione. Mi sono rilassata con la mia famiglia e ho capito tutto ciò che stava accadendo. Sono tornata indieto per tornare di nuovo avanti.


Sto trovando un nuovo equilibrio con il lavoro full time e i miei clienti italiani. Cerco di non farmi travolgere dalle scadenze, dalle incombenze e dagli imprevisti. Mi sono detta di fare un passo alla volta. E così faccio.


Un

Passo

Alla

Volta.



E adesso sono qui.


E quindi adesso sono qui, al tavolo del salone della mia nuova casa. Fuori è già buio, l’ora legale ha fatto il suo ingresso nelle nostre giornate. Mi sento bene. Mi sento bene perché sono dove voglio essere.

Mi sento bene perché vivo il presente.

Mi sento bene perché ho il coraggio di fare ciò che voglio fare.

Mi sento libera di vivere la vita che vorrei.


Ho capito che pianificare troppo è inutile e scegliere il miglior destino per noi stessi dipende soltanto da noi, poi la vita, si sa, sa sorprenderti. 



Vivere a Barcellona una penna in viaggio


Un abbraccio


Carlotta


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