Vivere a Barcellona tra teatro, scrittura e game design: la storia di Matteo
Vivere a Barcellona come drammaturgo e scrittore può essere un’esperienza davvero affascinante. Ce lo racconta Matteo Caniglia, vincitore del Premio Hystrio – Scritture di Scena di quest’anno con la sua opera Paesaggio estivo con allocco che ascolta.
Se vi state chiedendo che cosa ci fa un drammaturgo su Una penna in Viaggio è presto detto. Ho colto l’occasione per chiedere a Matteo il suo punto di vista sul vivere a Barcellona come scrittore e copywriter, facendomi consigliare spot culturali e artistici della città, così come alcune passeggiate da fare in Catalogna. Matteo è fiorentino come me e la sua opera teatrale è ambientata nella natura toscana.
Quale occasione migliore per farci suggerire anche tre passeggiate in Toscana dove perdersi e respirare a pieni polmoni?
Un’intervista diversa dal solito ma utile per chi desidera trasferirsi e vivere a Barcellona, scoprire nuovi luoghi affascinanti in Spagna e in Toscana, farsi ispirare e magari cambiare.
- Ciao Matteo, grazie per aver accolto il mio invito. Ti va di presentarti ai nostri lettori?
- Credi che vivere a Barcellona per uno scrittore sia l’ideale dal punto di vista creativo?
@salabeckett |
- Cosa consiglieresti a chi desidera trasferirsi a Barcellona e diventare scrittore o copywriter?
Un buon modo per sciogliersi è partecipare a masterclass e laboratori. E poi leggere romanzi, saggi, manuali nella lingua che ci interessa, anche per masticare un po’ di linguaggio specifico. Per il resto si tratta di mostrarsi disponibili e attenti, ma soprattutto di aiutare qualunque altro artista o scrittore si incontri.
Non per un ritorno, ma per creare una comunità.
- Quali sono le differenze più evidenti che hai notato tra il vivere a Barcellona e il vivere a Milano?
Il solo problema sono i costi della vita, spesso insostenibili dalla maggior parte degli artisti italiani. Da quel punto di vista Barcellona è più ospitale, anche se resta una città dove c’è tanta speculazione. Però, sarà il mare o la programmazione di festival musicali o teatrali, come il Festival Grec, ma credo che qui si stia davvero bene, mi diverto, ora la sento come una seconda casa, forse pure la prima.
Anche se trovare un buon caffè macchiato resta un’impresa.
www.barcelona.cat/grec |
- So che hai appena vinto un premio molto prestigioso con una tua opera drammaturgica, ti va di raccontarci qualcosa di più?
- Leggendo la tua opera si nota un forte legame dei protagonisti con la natura, anche per te è così?
Non posso dire che la natura occupi uno spazio in primo piano nella mia vita, ma non credo che serva questo per amarla. Pure i personaggi del testo la osservano e la ascoltano senza mai essere un tutt’uno con essa, è solo un tipo diverso di ammirazione.
Molto egoisticamente, ti dico, utilizzo la natura sostanzialmente per fare… direi ordine, ma senza idealizzarla. La natura dovrebbe sempre infondere un po’ di paura. E non dico “rispetto” volutamente, perché al rispetto ci si abitua e può scomparire senza che ce ne rendiamo conto.
- So che sei amante delle escursioni e che sei cresciuto in Toscana. Ti va di suggerirci tre passeggiate diverse dal solito per questo autunno?
Ma sì, mi piacerebbe indicare:
Una passeggiata abbastanza soft, a Montaione (Firenze). Da lì si va alla frazione di San Vivaldo che è letteralmente immersa nel bosco, arrivandoci si prova tanta pace. Sempre là si trova il Convento e la “Gerusalemme di Toscana”, un campo con un percorso devozionale con numerose cappelle in mezzo alla natura. Non lo consiglierei solo ai credenti, è un luogo davvero affascinante che molti toscani nemmeno conoscono e mi dispiace. È un’escursione che “ti parla”, in qualche modo.
Un’altra passeggiata che mi rimase impressa soprattutto per i colori che ho visto è stata a Colle Val d’Elsa (Siena). C’è una camminata, molto adatta alle famiglie, che si chiama proprio SentierElsa e segue parte del fiume Elsa. Il fiume crea delle piccole piscinette naturali di un verde simile all’acquamarina, la pietra… bellissimo. Forse ci si può pure fare il bagno… Comunque, è a pochi passi dalla città, ma ti senti lo stesso in un paesaggio nascosto. Ho letto che bisognerebbe andarci in primavera, concordo.
Per ultima te ne dico una più “strong”, ma è lontana eh.
È sull’Isola di Capraia (Livorno). Ci sono andato molte estati e la prima cosa che ti colpisce appena scendi dal traghetto è un profumo impressionante di mirto che non ti abbandona più. Se mai ci andassi ti consiglio di prenderti due belle scarpe da trekking – con una suola adatta ai terreni rocciosi, io non ce le avevo e mi sono fatto malissimo! – e andare alla Punta dello Zenobito. Lasciando il paese, che sta a nord, tiri verso sud passando per la Piana e il Semaforo (un antico faro al centro dell’isola) e arrivi direttamente alla bocca di un vulcano antico, Cala Rossa. Da pochi anni c’è una strada alternativa leggermente meno faticosa che costeggia il lato sud-est di Capraia e arriva sempre lì, ma a me piace più il panorama delle montagne del centro.
- E se invece ti chiedessi un’escursione nella natura nei dintorni di Barcellona, magari per chi viene in vacanza, che cosa ci suggeriresti?
Un’altra invece è una vera chicca, ho trovato pochi catalani che la conoscono. Si tratta del delta del fiume Ter, un luogo che si chiama proprio Platja de la Gola del Ter (Costa Brava). Qui ci sono molti canneti e la foce del fiume è un’autentica spiaggia, anche abbastanza grande, dove i bambini si divertono a giocare nella corrente.
Se ti lasci trascinare senti proprio in un secondo il cambio tra acqua fredda e dolce del fiume e acqua calda e salata del mare. È uno spasso e non è pericoloso perché l’acqua è molto bassa. Qui si fa anche molto camping e andando a nord si va fino all’Estartit, da dove si vedono benissimo le Isole Medas (Illes Medes in catalano).
Una passeggiata sul mare davvero carina. Lì vicino poi c’è il White Summer Festival, ma solo in agosto!
Questa invece la fai senza uscire da Barcellona: il Tibidabo! Mi ero appena trasferito e un pomeriggio tardo decisi di puntare dritto verso il luna-park in cima alla montagna. Non speravo di riuscirci, pensavo fosse necessario qualche mezzo, invece sì! In due orette, dall’Eixample passando per il Peu del Funicular e sotto la Torre de Collserola (che fa paura vista da vicino, è enorme) si arriva facilmente al Sagrat Cor e alle giostre. Lì sono stato un po’ impulsivo, era già buio ma volli comunque cercare un’altra strada per tornare a casa. E così superai il parcheggio del parco attrazioni e scoprii il Camí de Can Borni e una specie di fontana sperduta nel verde che (poi ho scoperto) si chiama Font del Bacallà.
Una passeggiata bellissima, ma consiglio ai tuoi lettori di farla di giorno! Non so come ma sono sbucato dietro l’Ospedale Vall d’Hebron… Sì, insomma, meglio non uscire dal sentiero, soprattutto di notte e in una zona della città che non conosci…
https://areapanoramicabarcelona.tibidabo.cat |
- Tre parole per descrivere Barcellona?
Spero questa intervista vi sia piaciuta quanto me. Seguite Matteo su Instagram se desiderate scoprire nuovi spot a Barcellona legati al teatro e al game design, così come rimanere aggiornati sulle sue novità professionali.
Vuoi essere il protagonista della prossima intervista e raccontare un tuo viaggio o un’esperienza di vita all’estero? Mandami una mail e ti risponderò. Grazie!
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